Trattamenti ortodontici bambini 3 – 6 anni

Trattamenti ortodontici bambini

Tra i 3 e i 6 anni (dentatura decidua o da latte) è consigliabile effettuare una prima visita odontoiatrica per consentire all’odontoiatra di promuovere comportamenti e abitudini atti a mantenere la salute ed il benessere della bocca, intercettare tempestivamente eventuali problemi e prevenire il loro peggioramento.

Molto raramente è necessario un trattamento ortodontico in dentatura decidua. È, invece, importante inserire il paziente nel programma di prevenzione per malattie odontoiatriche e indirizzare eventuali comportamenti o abitudini viziate che possono influire negativamente sulla crescita e sull’occlusione.

La prevenzione primaria agisce sul soggetto sano con lo scopo di promuovere l’adozione di comportanti corretti che hanno lo scopo di ridurre la probabilità di insorgenza di malattia e disfunzioni.
Nell’ambito della prevenzione primaria, in questa fascia d’età pediatrica, per mantenere una bocca sana l’odontoiatra e l’igienista promuovono:

  • l’importanza di una corretta igiene orale, consigliando l’utilizzo di un idoneo spazzolino da denti e insegnando una corretta tecnica di spazzolamento
  • Le applicazione di fluoro o vernice fluorate e la sigillatura dei solchi occlusali per prevenire l’insorgenza delle carie
  • Abitudini alimentari sane e corrette

La prevenzione secondaria consiste nel diagnosticare precocemente un problema, una malattia o una disfunzione. Le Malocclusioni rappresentano una deviazione dall’occlusione normale.

In questa fascia d’età pediatrica l’odontoiatra deve soprattutto intercettare eventuali problemi che possono peggiorare le malocclusioni, in particolare modo dovrà valutare se ci sono abitudini viziate, cioè comportamenti reiterati nel tempo inappropriati, che perdurano oltre il momento corretto della loro prevista scomparsa.
Tra questi in particolare modo ci sono l’utilizzo del ciuccio o il succhiamento del dito, la presenza di una deglutizione atipica e/o di respirazione orale, la presenza di bruxismo, serramento e/o digrignamento.

  • Succhiamento del ciuccio o del dito

    Il succhiamento del ciuccio o del dito è per il bambino una pratica appagante e gratificante perché è una continuazione del piacere provato durante l’allattamento e determina una sensazione di benessere e conforto.

    Il succhiamento del dito inizia spesso già durante la vita intra uterina ed in genere nei primi mesi di vita, il succhiamento del ciuccio dovrebbe iniziare dopo che l’allattamento al seno è consolidato (non deve essere intinto nel miele o nello zucchero). Nella maggior parte dei casi il bambino interrompe in modo autonomo o con l’aiuto dei genitori il succhiamento del ciuccio intorno ai 3 anni e quello del dito intorno ai 4-5 anni. Gli effetti dentali prodotti dal succhiamento se interrotto entro questa età sono in gran parte reversibili. Tuttavia, in caso di utilizzo più prolungato nel tempo con elevata frequenza, intensità e durata in pazienti predisposti il succhiamento del dito o del ciuccio può causare morso aperto, contrazione dell’arcata superiore con palato ogivale e morso incrociato, deglutizione atipica.

    Per indurre il bambino a smettere di succhiare la condizione necessaria è che lui lo voglia, per cui è necessario aiutarlo e sostenerlo in questa decisione con spiegazioni adeguate e tecniche di rinforzo positivo. Nel caso queste strategie non fossero sufficienti si ricorre all’utilizzo di apparecchiature ortodontiche quali griglie, etc.

  • Respirazione orale

    La respirazione orale è un’alterazione del normale processo della respirazione, infatti normalmente l’aria dovrebbe entrare attraverso il naso, dove viene riscaldata e purificata da polveri e batteri e poi passa attraverso la faringe, la laringe e la trachea ai bronchi e ai polmoni.
    In presenza di una ostruzione delle vie aeree superiori, come ad esempio l’ipertrofia adeno-tonsillare o la rinite allergica, l’aria entra con difficoltà nel naso e l’organismo sceglie la via che richiede meno sforzo facendo entrare l’aria attraverso la bocca.

    Nei soggetti in crescita e predisposti, la respirazione orale può provocare postura bassa della lingua e ipotono dei muscoli facciali e delle labbra che causano faccia allungata con narici strette, occhiaie scure e labbra incompetenti (facies adenoidea), contrazione del mascellare con palato ogivale, crescita mandibolare con direzione in basso ed indietro.
    Talvolta la respirazione orale persiste anche dopo la rimozione delle adenoidi e/o delle tonsille perché si è ormai istaurata un’abitudine viziata.

    La diagnosi e la terapia di queste problematiche è multidisciplinare e coinvolge l’otorinolaringoiatra, l’ortodontista, il foniatra e la logopedista.

  • Deglutizione atipica

    La deglutizione subisce con la crescita una fisiologica evoluzione: nel lattante che assume cibo liquido la lingua si interpone tra le gengive per creare insieme alla contrazione delle labbra una pressione negativa per ingoiare; nel bambino che assume cibi solidi, la lingua durante l’atto deglutitorio poggia nella zona del palato posta subito dietro gli incisivi (papilla), i masseteri si contraggono e i denti sono in contatto.
    Se questo passaggio fisiologico dalla deglutizione infantile a quella dell’adulto e permane può provocare effetti dento-scheletrici che si manifestano con contrazione del palato in senso trasversale (palato ogivale), denti sporgenti, morso aperto anteriore. La persistenza di una deglutizione atipica (o infantile) può essere spesso associata alla respirazione orale e può causare disturbi della fonazione e alterazioni posturali. La diagnosi e la terapia di queste problematiche è multidisciplinare e coinvolge l’otorinolaringoiatra, l’ortodontia, il foniatra e la logopedista.

  • Bruxismo

    Il Bruxismo è l’abitudine a sfregare i denti durante il sonno. E’ una parafunzione notturna involontaria che interessa circa tre bambini su dieci e ha una maggiore incidenza in età prescolare.
    Identificare il disturbo è semplice a causa del rumore caratteristico, stridente e quasi metallico, prodotto dallo sfregamento dei denti dell’arcata superiore ed inferiore tra loro.

    Non è mai stata individuata una causa unica a cui attribuire il disturbo. Si sa che vi è una predisposizione soggettiva e che gli episodi sono legati ai cosiddetti “microrisvegli”, brevissime ed improvvise interruzioni del sonno. Pertanto, qualunque fattore provochi disturbi del sonno può essere considerato una concausa. Accumulo di stress, la nascita di un fratellino, che crea ansia e gelosia, comuni patologie infantili come raffreddore, otite, ingrossamento di tonsille e/o adenoidi, apnee notturne e russamento possono essere concause scatenanti.

    Di solito il bruxismo si risolve spontaneamente con il passare degli anni ed in particolare al completamento della dentizione permanente.
    In età pediatrica l’anomalia non desta particolare preoccupazione, dal momento che ha come unici sintomi il rumore notturno ed una leggera usura dei denti decidui. Sono, dunque, sufficienti controlli ortodontici periodici.